martedì 18 settembre 2012

Sopra il mare di nebbia



 "Schiarisci un po', si, ecco ora va bene, perfetto, grazie" disse con il solito tono deciso che terrorizzava gli assistenti.
"Dottoressa, aspetti, non è ancora completo"  tentò mestamente di obiettare il tecnico accorgendosi che ormai Ruina aveva avviato la procedura di connessione "Come sa c'è il rischio di un crashdown, non abbiamo mai saltato il passaggio di fix dei dati..." aggiunse con un filo di voce guardandosi intorno sconsolato nella speranza che il resto dello staff lo sostenesse, ma nemmeno un cenno, tutti rimasero immobili immersi sul proprio pannello luminoso.
"Codardi" pensò.
A quel punto si poteva solo proseguire e sperare che tutto andasse bene.
"Accidenti a lei e alla sua fretta di ottenere risultati." - ma non ebbe il coraggio di dirlo e quindi diede il segnale di avvio.
"Attivate la connessione, ora, presto!"
Il silenzio nel laboratorio si fece immediato e pesantissimo, tutti operavano adesso ad alto livello, competenti e consapevoli delle proprie responsabilità.
Mani velocissime in ogni postazione sfiorarono i tablet, con gesti in sincrono come tanti musicisti in concerto.
I tecnici del front-end, ad intervalli regolari, posizionati nei loro stand satelliti intorno alla sala, indossando virtual glove fluorescenti inserivano le sagome del flusso, con un gesto ampio che sembrava lanciassero sassi contro la parete, attivando centinaia di blocchi logici in parallelo.
Un estraneo sarebbe rimasto impressionato come davanti ad una sinfonia di gesti, luci e colori, completamente senza suoni, capace di sprigionare la potenza di un miliardo di supercalcolatori.

Dopo un attimo ecco materializzarsi nebbie e rocce puntute, evidente rappresentazione di uno stato emotivo di tensione.
"Stavolta la dottoressa non si sente sicura, ha pensieri fumosi" ridacchiò il neuroingegnere sottovoce, calvo e occhialuto, sollevando un brusio di approvazione fra i suoi pari altrettanto calvi e occhialuti.
"Ma dai, sta eseguendo l'idea alla perfezione, il tema stavolta era proprio il contrasto fra bellezza della natura e terrore atavico. E' una vera artista, quasi più brava di te Janua" e si voltò sorridendo ad un'adolescente acconciata come un tamagochi che fissava l'ambiente a bocca aperta.
"In effetti non era scontato che due sentimenti così contrastanti si potessero rappresentare insieme, con due materie così diverse la coesione non è garantita" ammise Janua, la neurodesigner, aggiungendo poi un po' invidiosa "ammetto che uno scenario del genere non lo avrei realizzato neppure in un giga di anni, è difficilissimo creare una efficace commistione di densità statica e di atomi evanescenti. Come li chiamate voi? ah sì, nebbia,  praticamente acqua galleggiante"
"Janua, ad essere precisi la nebbia è il fenomeno meteorologico per il quale una nube si forma a contatto con il suolo, è costituita da goccioline di acqua liquida o cristalli di ghiaccio sospesi in aria. Dal punto di vista ottico a causa della diffusione della luce solare da parte dell'acqua in sospensione la nebbia si manifesta come un alone biancastro che limita la visibilità degli oggetti...." Michael il climatologo, pignolo di carattere, era appena partito con la sua lezioncina per correggere la grossolana affermazione di Janua ma venne subito interrotto dal vociare dei controller.
"Guardate là, che succede? Vedete anche voi?"
"Che strano, al centro è comparsa una figura."
"Un terzo livello materico, per giunta organico?"
"In questa sessione non doveva esserci nessun tag antropomorfo." disse con una punta di ansia il responsabile della verifica di coerenza dei dati "lo avevamo calcolato nei dettagli".
"Eppure c'è e sembra certamente un uomo che osserva il paesaggio. Non ci sono dubbi"
"Chiederemo le quote rosa anche nell'aurasmaworld." ironizzò Anita, la biosociologa.
"Ad essere precisi è solo la metà posteriore di una figura umana, ha un'aria bidimensionale, potrebbe essere un layer sfuggito in qualche prova"
"Smettetela! In ogni caso, se non lo abbiamo programmato noi ci sono solo due ipotesi, o lo ha aggiunto la dottoressa come mutazione del programma iniziale senza avvisarci, e ne sarebbe capace, o... o..." il tecnico esitava a completare il suo pensiero.

"O c'è un intruso nel sistema, ovvio." aggiunse per lui l'ingegnere.
A quel punto tutti iniziarono a parlare concitati e la confusione si fece totale:
"Ovvio un accidente!"
"Già, ora si che si fa complicata la faccenda"
"Se è un intruso Ruina deve stare attenta ad inserirsi nella sua zona d'ombra, non deve farsi vedere"
"Come possiamo avvisarla?"
"Possiamo inserirci in tandem con lei"
"No, non c'è l'handle, per aggiungerlo e farlo maturare in modo da poterci inserire occorrono circa 16 ore"
"Allora possiamo attivare la wavechat real time di emergenza"
"Ma se non l'abbiamo neppure mai provata"
"Già, ma in qualche modo dobbiamo riportarla indietro"
"Se non completa il ciclo di test e la formazione almeno al 90% dello scenario previsto praticamente buttiamo al vento sei mesi di lavoro"
"E' una situazione di emergenza. Siamo obbligati al recupero, come priorità"
"Diamoci da fare allora".

[....to be continued]


(S.Dini  "Mare di nebbia" - Episodio di fantascienza in forma di aurasma su  Caspar David Friederich 1818, Il viaggiatore sopra il mare di nebbia)

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